Senza ombra di dubbio più calma e più vivibile di Mumbai, qui a Pune potrai anche respirare l’aria di spazzatura bruciata ma ti accorgerai subito che è più facile di quanto pensi trovare volti europei. Fondamentalmente perché qui a Pune ci sono molti centri di meditazione dove se ti vuoi “connettere” con l’astratto devi prima di tutto “disconnetterti” con il tuo portafogli, ma questi sono altri discorsi.
Noi per ora stiamo vivendo vicino all’Ashram di Osho, a Koregaon Park e tra un baracchino e l’altro ci muoviamo quotidianamente con i Riksha, veri e propri apini a motore che sono il mezzo principale della città: guidano come pazzi incuranti della loro e soprattutto della nostra incolumità. Sono nell’ordinario i sorpassi a sinistra (loro guidano come in Inghilterra), le rotonde senza precedenze, semafori utilizzati come decorazioni, tagliare la strada al prossimo che nemmeno in un corso di bricolage e colpi di clacson per condire il tutto; insomma in vero e proprio stile indiano!
Aldilà di questo noi siamo qui solo per fare la nostra esperienza di volontariato in orfanotrofio, consci che questa città non potrà darci altro oltre a questo, però noi ci accontentiamo.
Ecco! Forse è la chiave di ogni viaggio, accontentarsi di ciò che hai e non pensare troppo al futuro che è inevitabile, quindi tanto vale godersi il presente! Le uniche soddisfazioni che ci sta regalando questo posto sono proprio i sorrisi dei bambini, con i loro rispettivi pannolini da cambiare, che sono sinceri e ti lasciano un energia forte, con quella loro innocenza sono come uno specchio per l’anima e più stai a contatto con loro e più ti rendi conto che a te non è mancato niente e che forse è veramente tutta questione di fortuna oltre che di geografia.
L’India ti fa pensare, l’India ti fa odiare, l’India ti mette nudo davanti a uno specchio…